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Benessere animale

Nel 2014, l’ETH di Zurigo ha condotto uno studio su piccola scala sugli effetti nocivi dei campanacci delle mucche. La conclusione, formulata con cautela, è la seguente: a seconda del rumore e del peso del campanaccio, le abitudini alimentari e di riposo delle mucche potrebbe essere compromesso. Sono però necessari ulteriori studi per giungere a conclusioni più definitive. Lo studio dell’ETH di Zurigo è stato ampiamente criticato: ad esempio, per lo studio sono stati utilizzati campanacci del peso di 5,5 kg. I campanacci da pascolo indossati quotidianamente, invece, pesano tra 800 g e un massimo di 2 kg. Secondo le allevatrici e gli allevatori, le mucche si abituano rapidamente ai campanacci, che portano per tutta la vita, e non ne sono infastidite. Al contrario: le mucche capomandria sono consapevoli della presenza del campanaccio speciale, più grande, e lo indossano con orgoglio.
Campana o campanaccio

Quelle usate per le mucche non sono propriamente campane ma campanacci: sono fatti di lamiera, saldata o ripiegata e producono un tintinnio leggero e sordo. Le campane, al contrario, sono fatte di metallo, solitamente una lega di rame. Il loro suono è melodioso, ma più pesante e sensibile – inoltre basta una crepa o una spaccatura per farle tacere.
Chalandamarz

Il Chalandamarz grigionese fa parte di tradizioni svizzere nelle quali i campanacci delle mucche svolgono un ruolo centrale. Il primo di marzo – l’antico anno nuovo dei Romani- bambini e ragazzi sfilano per le strade, intonando canti e recitando poesie, schioccando fruste e scuotendo i campanacci. Questa tradizione ha iniziato ad essere conosciuta al di fuori dei Grigioni dopo essere stata immortalata nel libro di Selina Chönz: «Una campana per Ursi», apparso nel 1945 e ancor oggi popolare. Il Chalandamarz è un buon esempio di una tradizione che si adegua ai tempi: se prima erano solo i ragazzi a poter fare rumore e cantare, oggi anche le ragazze vi possono prendere parte.
Cimitero delle campane

Questa è la traduzione letterale di «Glockenfriedhof», ovvero quei luoghi durante la Prima e la Seconda guerra mondiale destinati alla raccolta di campane di bronzo che sarebbero poi state fuse per la produzione di armamenti. Già Napoleone ai suoi tempi decretò di fondere delle campane per farne dei cannoni.
Magia

Nell’antichità le campane, che esistono da circa 4500 anni, erano usate nei riti religiosi, in particolare per la protezione da spiriti e sciagure. Un uso magico che si è conservato fino ad oggi, anche se più spesso nel contesto di usanze celebrative. Ad esempio, quando si dà il benvenuto al nuovo anno e si scacciano i demoni malvagi con un forte suono di campane. Un suono che, apparentemente, ha un effetto magico anche su di noi: determinate frequenze e vibrazioni possano avere un effetto positivo su mente e corpo, un fatto che non è sfruttato solo nella terapia del suono. Anche solo ascoltare il suono lungo e fievole delle campane – fino all’ultima nota – è come meditare e può toccarci profondamente.
Riparatore di campane

I campanacci possono compromettersi con l’uso, ad esempio quando colpiscono il bordo di un pozzo mentre gli animali bevono. In passato ci si rivolgeva al riparatore di campanacci per restaurarle, riparando eventuali crepe e rotture, ammaccando il metallo o limandole nei punti giusti. Sebbene riparare le campane sia possibile, richiede molto più sforzo: l’intervento viene eseguito su un tornio dedicato.
Scampanio

Uno scampanio è il suono armonizzato di più campanacci. Per la proprietaria o il proprietario degli animali, lo scopo è ottenere il suono più armonioso possibile. Inoltre, se ogni mandria dispone del proprio suono distintivo, può essere riconosciuta anche in presenza di altri. Gli orecchi più fini riescono anche a discernere se degli animali sono assenti: infatti il campanaccio di ogni mucca è diverso e se ne mancano lo scampanio è differente. A proposito: in alcuni Cantoni il suono dei campanacci segue tradizionalmente la scala musicale.